IL PACCHETTO per l’occupazione darà una speranza a una platea di almeno 200mila ragazzi e, in misura decisamente minore, anche a qualche disoccupato con i capelli grigi che, in cambio di un posto stabile, consegnerà al datore di lavoro benefattore la metà dell’indennità mensile di disoccupazione che ancora gli spetta, cioè l’Aspi nata dalla riforma Fornero
Un’altra categoria non dimenticata dal decreto, come ha tenuto a sottolineare Letta, è quella dei disabili e (letteralmente) degli «orfani di vittime del dovere» che potranno contare su 22 milioni di euro in incentivi all’assunzione, dopo anni casse vuote e di fondi sostanzialmente prosciugati. Per il resto, c’è da segnalare l’allargamento del raggio d’azione ai poveri, circa 170mila indigenti del Sud che potranno avere una manciata di aiuti con l’estensione della social card sperimentale alle regioni del Mezzogiorno rimaste fuori dal nuovo giro di carta sociale
Tornando ai giovani, le altre misure oltre alla decontribuzione, sono concentrate sui tirocini per gli studenti universitari con l’obiettivo di rafforzare l’alternanza scuola-lavoro e la speranza di creare nuovi punti di contatto e di scambio. Una fetta pari a 170 milioni andrà poi a finanziare l’autoimpresa in zone economicamente depresse, con contributi a fondo perduto e mutui agevolati per investimenti e formazione
L’ANNUNCIATA manutenzione della riforma Fornero si è limitata a pochi ritocchi. Tra questi, un maggior margine di manovra su contratti a termine, a progetto e a chiamata, oltre a una tutela estesa ai co. co. pro. con il divieto di far ricorso alla pratica delle dimissioni in bianco a cui, per la verità, già l’ex ministra del Lavoro del governo Monti aveva dato uno stop. Il capitolo dell’apprendistato, invece, è stato rinviato a settembre, alla conferenza Stato-Regioni che dovrà uniformare i contratti in tutto il Paese. Eppure, su questo punto c’erano attese di modifica nel tentativo di renderlo più adattabile al mercato del lavoro in crisi sempre più profonda
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