Un Accordo per ottimizzare l'utilizzo dei fondi strutturali comunitari, concentrando la spesa su poche priorità per promuovere lo sviluppo nelle regioni del mezzogiorno: è il contenuto del “Piano d’azione coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud” firmato il 15 dicembre tra Governo e le Regioni Basilicata (phasing out dall'Obiettivo convergenza), Calabria, Campania, Puglia, Sardegna (phasing in nell'Obiettivo competitività) e Sicilia , più Abruzzo e Molise (Obiettivo Competitività).
Obiettivo è evitare il disimpegno concentrando gli investimenti in quattro settori ad alto impatto socioeconomico: scuola, ferrovie e agenda digitale, occupazione dei lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati.
Vengono riallocati complessivamente 3,1 miliardi di euro. 1,5 provengono dalla riprogrammazione all’interno dei Programmi operativi regionali, così divisi: scuola, 974 milioni di euro; agenda digitale, 423 milioni di euro; credito per l’occupazione, 142 milioni di euro. Altri 1,6 miliardi di euro proverranno da un Fondo ad hoc, dedicato ad investimenti su reti e nodi ferroviari.
Gli interventi per l'occupazione si focalizzano sull'ingresso o reingresso nel mercato dei lavoratori svantaggiati (disoccupati di lunga durata, donne residenti in aree a bassa occupazione femminile, giovani inoccupati) e molto svantaggiati (disoccupati di più lungo periodo). Si tratta di categorie discriminate nella scelta da parte delle imprese per condizioni personali o di contesto.
Lo strumento identificato dal Piano è un finanziamento - a valere sui POR FSE regionali - del credito di imposta occupazione di cui all’art. 2 della L.106/2011, così come concordato in via definitiva su proposta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la Commissione europea.
Si tratta di un credito d’imposta per le imprese del Mezzogiorno, pari al 50% del costo salariale di un anno per ciascun lavoratore svantaggiato assunto dalle imprese delle Regioni coinvolte. Per i lavoratori molto svantaggiati il credito di imposta è esteso a due anni.
Vengono al momento messi a disposizione dell’intervento 142 milioni di euro; l'investimento verrà sottoposto a un attento monitoraggio per verificarne l'efficacia e l'impatto sui territori beneficiari. Si prevede che l'intervento porti all'assunzione di 8.300 lavoratori svantaggiati e di circa 3.100 molto svantaggiati.
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FONTE: Governo