L’uscita dalla recessione offre un’occasione per affrontare alcuni problemi strutturali dell’economia e della società italiana accresciuti con la crisi economica internazionale. Appare sempre più urgente affrontare questi nodi attraverso le riforme: dal sistema degli incentivi alle imprese e degli ammortizzatori sociali al modello di welfare e dei servizi sociali finalizzati a migliorare l’eguaglianza dei punti di partenza e ad accrescere il capitale umano, anche grazie all’apporto degli immigrati.Il rapporto di ricerca sulle "Politiche pubbliche e redistribuzione" prende in esame da un lato alcuni problemi insoluti come la crescita poco equilibrata e la scarsa mobilità sociale, l’integrazione degli immigrati, la difficile conciliazione tra lavoro e famiglia e le condizioni dei disabili. Dall’altro analizza le politiche, dai limiti del credito d’imposta sugli investimenti alla simulazione degli effetti di una possibile riforma degli ammortizzatori sociali.La riforma, così come ipotizzata dall'Isae, degli ammortizzatori sociali, degli oneri sociali e dell'assegno al nucleo familiare prevede "un nuovo contributo sociale unificato e generalizzato del 4% su tutti i settori, tranne quello pubblico (già esente); una nuova indennità di disoccupazione, indifferenziata, da applicare anche ai casi di formale 'sospensione' dal lavoro, lentamente decrescente nell'arco di circa 3 anni a partire dall'80% dell'ultima retribuzione lorda, con un tetto di 1.800 euro mensili; un nuovo assegno familiare, di natura strettamente assistenziale, indirizzato a qualsiasi cittadino in condizione di bisogno all'interno del nucleo familiare". Fonte:Isae
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Autore:
Isae
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